mercoledì 23 giugno 2010

Estate [forse].

Carmen Consoli canta con Franco Battiato. Le finestre sono aperte. La casa silenziosa. Il gatto fuori si stira. Il cielo è azzuro e arancione, e sono le 20.31. Io in cucina preparo la cena. Sul tavolo una bottiglia di vino rosso, e due bicchieri. La candela alla cannella è accesa e si disperde nell'aria. Il cane del vicino non si calma. Il bambino del vicino sta facendo incaz**** la nonna, perchè vuole giocare sul terrazzino, invece di cenare. Le tartarughe camminano lente, si trascinano sulla ghiaia e vivono. La città è semi silenziosa. Io taglio zucchine. Le lenzuola, fuori, sono già asciutte.
Sembrerebbe estate, forse.

domenica 20 giugno 2010

Cosa può esserci.

Sul tavolo c'é questa tastiera che fa un suono di piacere quando le dita ci scivolano sopra e da questa unione riesco a vedere i miei pensieri, su questo schermo luminoso, ma non troppo. E dal computer esce la voce di Sergio Cammariere che un pò jazz si sposa con questo bicchiere di vino rosso che mi sfiora la pelle del polso, freddo e liscio così invitante. E poi quel piccolo posa cenere nero e tondo che sta per espoldere, colmo di sigarette spente non mie...mi fanno pensare a racconti, parole spese bene, parole dette di fretta e pensieri ingarbugliati; sono testimoni di labbra che hanno parlato e hanno amato e forse hanno parlato dei loro amori. Se ne stanno lì inerti, nel posa cenere nero. Quel libro, a due passi di dita da me, è il Trattato sulla natura umana. Hume...ti leggo e provo a scardinare i tabù nella tua testa. Quante cose contesterei, se potessi. Le pagine sono vissute, come solo io so ridurle:cambiano di consistenza e profumano di matite colorate che fanno brillare le parole da notare bene. "Insensata ora", questa.

giovedì 17 giugno 2010

Ad occhi sgranati.

***Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
Amo in te l'impossibile
ma non la disperazione*.
[Nazim Hikmet- Amo in te]

La bevo ad occhi sgranati.

sabato 12 giugno 2010

Fusioni.

Stamani mi sono svegliata che mi frullava una certa idea nella testa: fondere il libro- film The Hours con "Lentamente muore" di Martha Medeiros.
Vivere è molto più di respirare.
Capita alcuni giorni di rimanere intrappolati in situazioni che non vogliamo, che ci si stringono addosso, le sentiamo gabbie.
Ci sono persone che restano prigioniere per tutta la vita.
Prigioniere di un personaggio da interpretare per essere "libere" , prigioniere di un'emozione, di una passione repressa.
Virginia Woolf, schiava della sua stessa depressione, incastrata lontana dalla vita di Londra(fermento che la fa scrivere, che la stimola)e sballottata da un paesino solitario all'altro, con i dottori, col marito che credono di aiutarla.
Lentamente muore.
Clarissa Dalloway, immersa nel ricordo della felicità di una lontana mattina, ne dipende, tanto da non vivere la sua vita, non godere di ciò che ha. Dipende da colui che quella mattina di trent'anni prima ha amato, che con lei ha condiviso quel senso di aspettativa, che era a tutti gli effetti già la felicità.
Lentamente muore.
Laura Brown vive negli anni '50, moglie di un ex soldato americano, tornato dalla guerra con l'unico desiderio di costruire una famiglia perfetta, in una casa perfetta, in una cittadina con strade perfette e giardini immacolati. Ma lei ama una donna.
Lentamente muore.

*** Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia
e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle i,
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia l'incertezza dalla certezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di sfuggire dai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non fugge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Lentamente muore chi distrugge l'amor proprio ,
chi non si lascia aiutare.
Lentamente muore chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna,
o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre
che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.***

Forse con le nostre scelte, o con la nostra stessa essenza, si può ferire qualcuno ; ma ci vuole un pò di egoismo quando si tratta di vita, della nostra libertà interiore, della nostra felicità.
Ecco il perché della mia decisione nel vivere, del mio essere intransigente, come qualcuno mi ha definita. Non si può rinunciare a quello che si è per paura, per rispetto nei confronti di qualcun altro, o per difenderci da noi stessi.




giovedì 10 giugno 2010

http://www.youtube.com/watch?v=mzNEgcqWDG4&a=r_uT6mvztKY&playnext_from=ML

i viaggi che mi ci faccio, nelle note che toccano tasti interiori remotissimi, nelle parole allungate che graffiano proprio quel punto lì che necessita graffi. Winston classic + questa canzone, come se piovesse di tempesta, nella solitudine di una sera come questa. Ad occhi chiusi vedo ciò che voglio vedere.

Che sia la volta buona. [?]

Forse la terza è la volta buona. Le doglie hanno il suono di "Summertime" di Janis, il parto inizia da ora.
I primi due blog hanno avuto vita brevissima, concepiti in momenti così totalmente instabili, poche speranze, poche pretese. [pausa di riflessione su cosa è stabilità]. [trovato capello lungo e riccio, arricciolato intorno all'alimentatore del computer. curioso.].
Incostante di quell'incostanza quasi fastidiosa, ci devo trovare la passione in qualcosa, per portarla a termine. E la passione non si può dire non la senta nel far fluire i pensieri attraverso le dita. Che antidoto, che ambrosia, la scrittura. Cura e nettare irresistibile, questa volta ti darò la mia costante dedizione. Forse perchè ho bisogno di te più che mai, ora. Nell'abbondanza [olistica visione del mio sentire attuale] mi ritrovo ad aver l'esigenza di mettere in fila i pensieri, visualizzarli, renderli forma carnale. E così sia.
***Es hoy: todo el ayer se fue cayendo
entre dedos de luz y ojos de sueno,
manana llegarà con pasos verdes:
nadie detiene el rìo de la aurora.
Por eso canto al dìa y a la luna,
al mar, al tiempo, a todos los planetas,
a tu voz diurna y a tu piel nocturna.
P. Neruda_